
L’espansione urbanistica di Caltanissetta
altanissetta è una città del centro Sicilia.
Il centro abitato della città sorge fra tre colli – Sant’Anna, monte San Giuliano e Poggio Sant’Elia – che formano una conca entro la quale si sviluppa parte del centro storico e tutti i quartieri meridionali.
Il primo nucleo della città sorgeva attorno al castello di Pietrarossa.
Nel corso degli anni l’intero territorio nisseno subì un notevole cambiamento, espandendosi.
A partire dal XVIII secolo si assiste all’evoluzione politica, amministrativa ed economica, ma anche dello spazio urbano e territoriale di Caltanissetta, da civiltà contadina a quella dello zolfo, grazie alla comparsa della borghesia.
L’espansione della città era avvenuta a Nord-Ovest della struttura medievale che faceva perno nell’antica chiesa di Santa Maria degli Angeli, che con il quartiere arabo può essere considerato il primo nucleo della città di Caltanissetta.
Tra il 1640 e il 1748 si avverte una crescita della popolazione, ma strutturalmente il nucleo urbano rimane immutato. In questo tessuto vengono realizzati i quartieri San Rocco e Santa Flavia, sopra e sotto Corso Umberto I e viale Conte Testasecca.
Proprio in quest’epoca, a Caltanissetta, viene sancito l’inizio dello sfruttamento edilizio e fondiario.
L’edilizia regolare dei nuovi quartieri (San Rocco, Santa Flavia e degli Zingari) con il loro crescere sono una testimonianza di sfruttamento razionale dello spazio, prima rurale ora urbano.
Lo spazio viene diviso e costruito non più casualmente, ma attraverso maglie viarie ed edificatorie di tipo geometrico.
Con il Capitalismo si rende indispensabile un’organizzazione del territorio e degli insediamenti più rispondenti ai nuovi bisogni dell’imprenditoria: viabilità, trasporti, ordine pubblico, problemi sanitari.
Nasce il Piano Regolatore facoltativo a cui i comuni possono far ricorso per far fronte alle nuove esigenze della città. Grazie alla nuova legislazione in materia urbanistica, Caltanissetta affronta il suo primo ampliamento della città (1878-81) con un progetto dell’Ingegnere Capo Alfonso Barbera mentre è sindaco il Cavaliere Giovanni Benintende.
Il Piano Regolatore riguarda l’ingrandimento della città nelle terre contigue alla stazione.
La trasformazione urbanistica della città di Caltanissetta si è verificata a partire dalla prima metà dell’Ottocento con la soppressione degli ordini religiosi.
Alcune chiese e conventi cambiarono destinazione.
Nel 185, un progetto prevedeva l’allargamento della strada che dal centro della città portava a Villa Isabella, l’attuale Villa Amedeo, Viale Regina Margherita per l’appunto.
Questo fu un progetto di grande respiro e di notevole spesa.
Il grande viale doveva essere un’esibizione ufficiale e solenne delle diverse costruzioni rappresentative del potere e dello Stato (il Palazzo della Provincia e il Seminario Vescovile furono realizzati tra il 1897 e i primi decenni del Novecento).
Un’altra zona d’incremento urbanistico, in quei decenni, è quella legata alla costruzione della stazione ferroviaria.
Già nel 1866 i fratelli Mazzone, imprenditori piemontesi, avevano costruito alle porte della città la Villa Mazzone per farne la loro abitazione e per dare accoglienza e ristoro agli operai e ai tecnici provenienti dal Nord.
Nel 1872 ebbe inizio la costruzione della stazione, realizzata a soli cinquecento metri dall’abitato e quasi di fronte alla Villa Mazzone.
Nella stessa zona della stazione è stato costruito il Palazzo Orsi: filo diretto delle ferrovie e della commercializzazione dello zolfo.
Per collegare la stazione al centro, il sindaco, il barone Giovanni Benintende, fece costruire la via Cavour, fiancheggiata dal giardino comunale intitolato a Filippo Cordova.
Nel centro della città la soppressione delle corporazioni religiose portò altri cambiamenti.
Espulsi i Gesuiti, il loro Collegio venne diviso in cinque parti e con destinazioni diverse: il liceo, la scuola elementare, il convitto, il carcere e la biblioteca.
L’altra grande trasformazione si ebbe nella piazza centrale: prima dedicata al Re Ferdinando e nel 1860 a Garibaldi.
Sulla piazza aveva il suo prospetto, oltre alla Cattedrale e alla Chiesa di San Sebastiano, anche la Chiesa dell’Annunciata, annessa all’antico convento del Carmine, costruiti nel 1371 fuori le mura e poi inglobati nel tessuto cittadino nel corso dei secoli.
Quando, nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, si ebbe il riordino urbanistico e la casa comunale risultò decadente e insufficiente in rapporto alle nuove esigenze, si decise di porre la sede del Municipio presso l’antico convento del Carmine, ormai espropriato ai Carmelitani.
Il 31 agosto 1862 il Barone Guglielmo Lanzirotti istituì la Camera di Commercio ed Arti. Per questa istituzione, l’architetto Alfonso Barbera costruì un apposito palazzo che si affacciava sulla piazza principale, al posto della vecchia casa comunale abbattuta.
Nell’ambito di queste modernizzazioni si colloca anche il potenziamento dei servizi pubblici:
- illuminazione pubblica a gas (1864),
- monumentale cimitero dietro la Chiesa di Santa Maria degli Angeli (1877),
- nuovo ospedale cittadino, nuova fonte di rifornimento idrico (1879).
Nel 1878 i limiti della città erano via Maddalena Calafato, viale Conte Testasecca, via Cavour, via Niscemi, viale Regina Margherita, viale Amedeo, via Vespri Siciliani, via Xiboli, via Redentore.
Altra grande trasformazione urbanistica si è verificata nel XX secolo con la realizzazione di diverse opere pubbliche:
- il Palazzo delle Poste (edificato su un preesistente convento del Seicento),
- il Monumento ai Caduti, il Palazzo “Infortuni” (INAIL),
- il campo sportivo,
- il sanatorio (ospedale Dubini),
- il completamento dell’acquedotto Madonie Est.
Il successivo sviluppo urbanistico che riguarda il secondo dopoguerra ha prodotto uno stravolgimento particolare.
La città che si costruisce dopo l’evento bellico è una città fatta di periferia, dove l’intervento pubblico traccia le linee di espansione.
Sull’onda dell’edilizia economica e popolare nascono, a partire dagli anni cinquanta, viale Trieste, viale Sicilia, via Palmintelli.
Tuttavia, ancora ai giorni nostri, la struttura urbana coincide con quella ottocentesca.

